1 mag 2009

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Avanti!
LA GRANDIOSA CELEBRAZIONE DEL PRIMO MAGGIO DI LIBERTA'
Questo Primo Maggio, che nel tumulto delle passioni evoca il sangue dei garofani, offre agli occhi di tutti una immagine cara al nostro ricordo e alla nostra speranza: l'immagine del "migliore di noi"; di Giacomo Matteotti, nel cui sacrificio si aduna e si esprime il martirio di tutto un popolo. La sua figura si protende a guida dai radiatori delle macchine dei patrioti e si affaccia a promessa alle finestre delle sedi proletarie. Ed ecco che al suo nome si associano quelli dei compagni che si sono spenti negli anni grigi e sconsolati della dittaura, morti nelle galere o sepolti nei campi di concentramento.
LA GRANDIOSA CELEBRAZIONE DEL PRIMO MAGGIO DI LIBERTA'

Milano, 1 Maggio 1945

Lavoratori, il sole di questo Primo Maggio saluta i popoli europei, che stanno risorgendo a nuova vita dopo che l'incubo della mostruosa tirannide nazifascista ha sovrastato su di loro quale minaccia di lunghi anni di asservimento. Le armate delle Nazioni Unite nella loro trionfale, inesorabile marcia, sono giunte nel cuore dell'Europa; la belva hitleriana è ormai agonizzante; la libertà, per cui combattemmo con vigorosa fede, torna a splendere sulle masse lavoratrici, che hanno conosciuto le catene di una feroce servitù. E voi Lavoratori milanesi, insorgendo compatti il 25 Aprile contro i nazisti e i resti del fascismo, avete ancora una volta provato di essere la classe più combattiva e rivoluzionaria, pronta a diventare la classe dirigente del Paese. Ma questo Primo Maggio, Lavoratori, segna non solo la fine della cruenta guerra contro il nazifascismo, bensì anche l'inizio della Vostra vera lotta. Lavoratori, questa è la vostra ora, serrate le file sotto la rossa bandiera, simbolo della vostra rivoluzione, e riprendete con certezza di vittoria il cammino del vostro riscatto. Per questo giorno, perché voi poteste riprendere la lotta per la meta più alta, il Socialismo, voi siete stati all'avanguardia della guerra di liberazione, e centinaia di vostri compagni han saputo con fierezza morire, dimostrando al mondo intero come il popolo italiano voglia e sappia riconquistare con le sue forze la libertà perduta. Lavoratori, troppe rovine vi circondano, troppo gravosi sono i compiti che vi attendono perché questo giorno dedicato alla festa del lavoro possa da voi essere salutato con cuore esultante. Non giorno di festa, ma giorno di lotta deve essere questo per voi. Un nemico vi sta sempre davanti pronto a piegarvi: la vecchia classe dirigente. Essa ha avuto la sua più tipica e violenta espressione nel fascismo e con il crollo del fascismo denuncia il suo fallimento definitivo. Tuttavia essa si ostina a rimanere aggrappata ai suoi privilegi, alle sue posizioni di dominio, e tenta sotto insegne diverse di rimontare la corrente, che sta per travolgerla, onde imporre su di voi ancora una volta il suo potere. Lavoratori, le forze della reazione non sono morte, ma strette attorno alla monarchia per sua natura conservatrice e reazionaria, tentando di sbarrarvi il cammino che conduce alla meta della vostra salvezza: il Socialismo. Voi, lavoratori, dovete affrontarlo con ferma decisione. Ma se non volete subire una nuova e fatale sconfitta, dovete rimanere uniti come un solo blocco, superando divergenze di metodi e di idee. Uniti vincerete, divisi soccomberete. Lavoratori, compagni, se questa volontà vi guiderà nella lotta contro le forze della reazione non tarderà a levarsi l'alba di un Primo Maggio, che saluterà la classe lavoratrice finalmente vittoriosa e tutta intera a ricostruire la società socialista in cui le libertà democratiche potranno trionfare e consolidarsi ed in cui il lavoro, libero di ogni catena e sfruttamento, sarà forza e gioia per ogni uomo. Lavoratori di Milano, finalmente il Primo Maggio festa dei lavoratori si celebra liberamente nella nostra città. È, quest'anno, la festa della liberazione conquistata dal popolo italiano solidale ed unito in uno sforzo mirabile. Compagni, la liberazione è la premessa per l'instaurazione dello Stato democratico cui aspiriamo. Come compatti avete vittoriosamente condotto a termine l'insurrezione, così, se resterete strettamente uniti sotto le bandiere dei due grandi partiti proletari, raggiungerete la meta delle vostre aspirazioni, condurrete la società intera verso quell'ordine sociale che costituisce la vostra più alta meta. La gravità delle prove attraverso le quali siamo passati, l'altezza dell'opera che in parte è compiuta e ancora ci attende, danno a questa prima gloriosa celebrazione del Primo Maggio una grande certezza. Guardiamo con ferma volontà all'avvenire che è riposto nella consapevolezza della missione che ci è affidata dalla storia e nell'unità della classe lavoratrice. Avanti dunque, lavoratori, versa la conquista di quelle libertà che permetteranno alla classe lavoratrice la sua emancipazione.

5 commenti:

  1. Forse stava meglio in satira....
    ciao
    Marcello

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  2. Vuoi che ce lo trasporti ?
    L'ho messo qui perché è il primo maggio e questo parla del primo primo maggio. Ahahah !

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  3. Quanta retorica, quasi nauseante! Una pagina simile era figlia di quel tempo.
    Alla luce di quanto ha potuto portare a termine proprio oggi la FIAT degli "Agnelli", mi chiedo se ciò sarebbe potuto accadere se non avessimo avuto "quella" classe padronale, tanto angheriata nello scritto. Mi chiedo, cioè, se la classe operaia declamata in questo scritto, sarebbe stata ugualmente in grado di portare l'Italia al livello attuale se non avesse avuto la classe padronale dei Breda, i Marelli, i Falk, i Pesenti, i Pirelli, gli Agnelli, ecc., solo per citare i più conosciuti da tutti.

    E' stato pertanto patetico e mi ha fatto sorridere Franceschini, quando oggi ha fatto quella specie di proclama elettorale, sparando a zero contro i ricchi, e ha fatto altrettanto bene Bonaiuti che gli ha risposto per le rime, facendogli intendere che dalle secche della crisi si esce tutti uniti: ricchi e poveri, senza sollevare barricate tra le classi sociali.
    E questa la dice lunga sul grado di cultura di Franceschini.

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  4. Marshall
    sei sempre puntuale!!
    Si è vero che l'Italia è cresciuta avendo una classe "padronale" capace, ma non dimentichiamo che il tessuto connettivo della ns. economia era, e credo che lo sia anche oggi, costituito principalmente da piccoli imprenditori ed artigiani.
    E se avessimo avuto una classe operaia meno succube dei sindacati,certamente saremmo cresciuti di più.
    ciao

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  5. Lggere questo articolo a distanza di oltre 60 anni fa capire il divario venutosi a creare tra la mentalità diffusa all'epoca (a sinistra) e quella attuale.
    E' passato meno di un secolo, ma il brano suddetto pare provenire proprio da un'altra epoca.

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