30 apr 2009

Euro-parlamentari Italiani

Il giornalista Alessandro Caprettini ha scritto un libro, intitolato “L’eurocasta italiana”, nel quale è contenuto un ritratto impietoso dei parlamentari italiani eletti a Strasburgo, indifferentemente dall’appartenenza partitica.
Una prima considerazione riguarda gli stipendi, in quanto gli eurodeputati italiani sono i più pagati dell’Unione. Questa condizione deriva dalla situazione nazionale, dato che finora i paesi Ue fornivano agli eurodeputati lo stesso trattamento dei rispettivi parlamentari nazionali. Fortunatamente il nuovo statuto parlamentare prevede dalla legislatura che inizierà a luglio un trattamento economico uguale per tutti, però è possibile che si faccia ricorso ad un regime transitorio, che durerebbe per altri due mandati: in questa eventualità, gli Italiani continueranno a versare somme enormi ai propri “onorevoli” del parlamento europeo.
Una seconda osservazione s’incentra sui comportamenti disonesti e truffaldini tenuti da numerosi parlamentari d’Italia, a cominciare dalla pratica di fare “cresta” sui rimborsi dei biglietti aerei. Approfittando del sistema in uso al Parlamento europeo, che prevedeva un rimborso calcolato in base alla distanza e alle più alte tariffe praticate dalle compagnie, per anni gli eurodeputati hanno viaggiato in classse economica incassando però una cifra più alta, quella spettante per la business class. Questo è soltanto uno degli esempi, fra i molti riportati da Caprettini, del malcostume degli “eletti”.
Però, ciò sui questo giornalista costruisce il suo libro è lo scarso spessore politico degli “euro-parlamentari” italiani. Secondo quanto ricostruito da Caprettini, una prima analisi della legislatura 2001-2004 (prima dell’allargamento dell’Unione a est) relegava gli italiani in fondo alla classifica dei 15 paesi Ue con appena il 68,64 per cento di presenze: i deputati d’Italia sono in assoluto i meno presenti.
Ancora, la loro attività è non solo quantitativamente, ma anche e soprattutto qualitativamente insufficiente al ruolo designato. Scrive Caprettini “Da 30 anni non si ottiene più la presidenza, ma nemmeno si parla di un italiano come possibile candidato, se si esclude l’ipotesi che riguardava l’ex sindaco di Bologna Renzo Imbeni”.Persino le lingue straniere sono largamente sconosciute: “I nostri eletti fanno ben poco per imparare una lingua straniera e sono quindi in somma difficoltà non solo in aula o nei lavori in commissione ma anche di fronte a giornalisti stranieri e ai lobbisti, sempre presenti in gran numero”.
Non sorprende quindi che gli onorevoli Italiani siano incapaci di “fare lobby” e di difendere efficacemente gli interessi del proprio paese, con grave danno per l’Italia. Altri due limiti devono essere riscontrati nei deputati di Strasburgo provenienti dall’Italia: propensione a cambiare gruppo parlamentare ed alleanza, nonché tendenza ad abbandonare le istituzioni UE qualora si prospettino incarichi più importanti altrove. Quest’ultimo atteggiamento è quello che Caprettini definisce quale la “sindrome Malfatti”: non appena si presenta l’occasione, gli europarlamentari abbandonano le istituzioni Ue, come fece Franco Maria Malfatti, scelto nel 1970 come presidente della Commissione delle Comunità economiche europee, che lasciò dopo neppure due anni di mandato in vista delle elezioni politiche del maggio 1972.
Il libro di Caprettini è attuale anche riguardo ala composizione delle liste di canditati, e non risparmia nessun partito. “C’è un altro dato che può spiegare lo scarso apprezzamento: la poca familiarità con l’istituzione europea”. Nell’ultimo voto del 2004, per esempio, oltre ai soliti politici più o meno di professione l’Italia ha privilegiato atleti, cantanti e personaggi televisivi, mentre negli altri paesi predominavano alti funzionari, militari, cattedratici ecc., ossia persone con una competenza specifica applicabile a determinati settori della vita politicaRicorda il nostro autore: “Nella Penisola invocavano la preferenza, a sinistra, l’anchorwoman del Tg1 Lilli Gruber e con lei Michele Santoro e il disegnatore Vauro. A destra si replicava con Iva Zanicchi, Marcella Bella, Alessandro Cecchi Paone, Solvi Stubing, nota per essere la protagonista dello spot “Chiamami Peroni”, l’ex fondista azzurra Manuela Di Centa e persino l’attrice Clarissa Burt… Da noi la caccia alla preferenza punta a imbarcare veline e calciatori”. Caprettini continua: “Se a Bruxelles e a Strasburgo porti soubrette, politici bolliti o capetti di bande corporative, è logico che si finisca tagliati fuori dai giochi”.Senza cadere nelle assurde polemiche promosse contro il marito dalla ex attrice divenuta moglie di Berlusconi, e riprese pretestuosamente dalla sinistra italiana, e senza ritenere a priori che determinati personaggi siano politicamente incapaci, resta comunque l’interrogativo se i partiti italiani, nella scelta delle candidature per Strasburgo, non si facciano condizionare eccessivamente dalla ricerca dell’impatto propagandistico e pubblicitario dei candidati, anziché dalle loro capacità effettive. A detta di Caprettini, certe scelte discutibili possono contribuire a spiegare come il valore medio degli euro-deputati Italiani piuttosto basso.

2 commenti:

  1. Aggiungo questo link dove si può ascoltare Caprettini, in viva voce,sull'argomento :

    http://www.radioradicale.it/scheda/277893/intervista-ad-alessandro-caprettini-sul-suo-libro-dal-titolo-leurocasta-italiana-edito-da-piemme

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  2. Grazie, cara Ambra.
    Purtroppo in Italia le elezioni europee sono troppo poco considerate rispetto a quelle nazionali, col risultato che si mandano a Bruxelles, spesso, personaggi giudicati, a torto od a ragione, di secondo livello, il che danneggia la nostra Patria nella UE.

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