8 apr 2009

Malfattori a prova di sisma

PER MARSHALL.

Davide Giacalone
Pubblicato il giorno: 08/04/09
Intervento

Le disgrazie esistono, ma anche i disgraziati. Non si ferma la forza della natura, ma si può arrestare quella d’incapaci e malfattori. Quattro problemi accompagnano il terremoto: 1. la prevedibilità; 2. l’emergenza; 3. la ricostruzione; 4. la normalità. Riguardano le vite di molti ed i soldi di tutti.

Non sono un geologo, ho cani e gatti e vedo anch’io che se ne accorgono. Leggo che nessuno, nel mondo, prevede luogo ed ora di un terremoto, ma solo il rischio potenziale. Osservo, però, che sia per l’eventuale allarme nell’immediatezza dell’evento, sia per la gestione del panico successivo, manca una rete di comunicazione. Quella notte radio e tv sono rimaste in sonno. Internet non forniva informazioni. Creare una rete, usando le comunicazioni mobili, non presenta complicazioni tecniche, e costa molto poco. Non c’è.

Nella gestione dell’emergenza siamo bravi. Non tutto può essere fatto subito, e lo capiscono più le vittime di chi parla a vanvera, ma la generosità italiana si sposa con l’organizzazione, ed i risultati si vedono. Merito di molti, ma vorrei ricordare Giuseppe Zamberletti, che creò la Protezione Civile.

Le cose si mettono male, invece, nel periodo successivo, con la ricostruzione. Ci sono zone dove i nipoti dei terremotati vivono ancora da terremotati. Qui si sposano due difetti italiani: fatalismo privato ed inefficienza pubblica. Con i tempi si dilatano i costi, e la disgrazia diventa prima ruberia e poi scandalo. Chi edificherà ci guadagnerà, ed è lecito. Di più: è giusto. Ma bisognerebbe lavorare a progetto: si fissano i costi, i tempi e le caratteristiche. Chi non rispetta i termini paga.

Si edificherà in zona sismica. È così in gran parte d’Italia. L’importante è che si edifichi in modo antisismico. A L’Aquila il vecchio ospedale è in piedi, quello nuovo al suolo. Che crolli un campanile fa male al cuore, ma se crolla il cemento armato vien voglia di fare del male. Siamo pieni di leggi, in materia, per non dire di regolamenti e circolari. Carte quasi tutte redatte all’indomani di disastri, per poi restare lettera morta. Tumulata in tribunale. Questo è scandaloso. Lo scrivo sottovoce, perché siamo ad un funerale, ma con rabbia.

www.davidegiacalone.it

2 commenti:

  1. Per quello che si può vedere anche i giapponesi ,che con i terremoti ci convivono,quasi giornalmente, non sono in grado di prevedere tempo e luogo. Si può arrivare a capire quale sia la zona a rischio,ma quando questo rischio si concretizzerà è difficile da prevedere.Sappiamo per certo che la nota faglia di S.Andrea in California, scatenerà il big one,un terremoto distruttivo, ma quando? Stime dicono entro 30 anni,dobbiamo mettere fin da ora la popolozione in stato di allerta?

    L'unica sistema è costruire case antisismiche, guardando alle soluzioni giapponesi. Ad esempio
    le fondamenta delle case poggiano su materiale ammortizzante, per cui le vibrazioni generate dalla scossa vengono smorzate, evitando in molti casi i crolli dei palazzi.
    Sono soluzioni costose,ma quanto valgono le vite umane risparmiate?

    C'è stata una solo ricostruzione veloce e senza ruberie clatanti: quella del Friuli. Lascio a voi le considerazioni.

    saluti
    Marcello

    RispondiElimina
  2. I Friulani hanno radici culturali lontane e solide.

    RispondiElimina