3 apr 2009

CLIMA, SVOLTA AL SENATO: PASSA MOZIONE ANTI-CATASTROFISTA

Riccardo Cascioli E’ stata approvata il 1° aprile al Senato la mozione presentata da 34 senatori del Popolo delle Libertà che impegna il governo a considerare – a livello nazionale e internazionale – la crescente opposizione del mondo scientifico alla teoria del riscaldamento globale di origine umana. Primo firmatario il presidente della Commissione Ambiente Antonio D’Alì, la mozione è un gesto coraggioso quanto atteso che ha il merito di gridare “il re è nudo” anche nell’arena politica dove il muro dell’ideologia è più difficile da superare.

La mozione molto semplicemente mette a confronto gli straordinari sforzi chiesti dall’Europa quanto a politiche del clima (vedi pacchetto clima-energia) e tutte le incertezze scientifiche sulla relazione tra emissione antropica di gas serra (a cominciare dall’anidride carbonica) e cambiamenti climatici, che pure è la base delle politiche suddette. La mozione impegna perciò il governo a farsi interprete di questo dibattito scientifico in sede di Commissione Europea e di G8, per evitare che vengano destinate ingenti risorse economiche ad obiettivi “ideologici” che distolgono dalla ricerca scientifica e dall’obiettivo di migliorare la qualità di vita di tutti i cittadini del pianeta. In questa prospettiva si chiede inoltre la revisione del Protocollo di Kyoto, proprio perché totalmente inadeguato alla realtà scientifica ed economica (peraltro nel libro “Che tempo farà”, di Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari, edizioni Piemme, si trova ampia documentazione dei falsi allarmismi sul clima e del progetto culturale e politico che sta dietro a questa massiccia propaganda catastrofista).

L’iniziativa dei senatori PdL ha fatto chiaramente centro, come si evince anche dalle reazioni scomposte e becere dei gruppi ambientalisti e di senatori, quali Roberto Della Seta (Pd), che agli argomenti ben documentati e scientificamente fondati, sanno rispondere soltanto insultando e bollando con etichette odiose che ricalcano i bei metodi dello stalinismo e del maoismo.

Nessuna risposta seria al fatto inconfutabile delle centinaia di scienziati che allo studio del clima hanno dedicato la propria vita e che contestano la tesi del riscaldamento globale di origine antropica. Oltre 600 di loro vengono citati nel Rapporto presentato nei mesi scorsi al Senato americano (questo sito lo ha fatto conoscere per primo in Italia), ma non contano per Della Seta che, evidentemente, come ex presidente di Legambiente pensa di aver il sacro diritto non solo al posto in Parlamento ma anche a fregiarsi del titolo di climatologo. Per lui quello che conta è il consenso dei governi (peraltro solo quelli occidentali) al Protocollo di Kyoto, come se la verità e la realtà potessero essere decise a colpi di maggioranza.

Eppure come si è visto anche recentemente a livello di Unione Europea, la voce dei 34 senatori firmatari della mozione non è isolata in Europa; e la prudenza del governo italiano sull’applicazione del pacchetto clima-energia ha raccolto a livello continentale molti più consensi di quanto Della Seta e compagni cerchino di far vedere. Ma non si preoccupino: le loro urla scomposte non riusciranno a tenere a lungo in piedi il muro della menzogna.

Per intanto un ringraziamento ai 34 senatori che meritano di essere citati: D'Alì, Possa, Cursi, Alicata, Coronella, Dell’Utri, Digilio, Fluttero, Gallone, Nania, Nessa, Orsi, Viceconte, Asciutti, Barelli, Bevilacqua, Firrarello, Valditara, De Eccher, Serafini Giancarlo, Sibilia, Baldini, De Feo, Malan, Izzo, Vetrella, Piscitelli, Boscetto, Casoli, Caruso, Piccone, Compagna, Giuliano, Poli Bortone.
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1 commento:

  1. Vaclav Klaus guida la rivolta contro l'ideologia catastrofista
    di Antonio Gaspari
    Intervenendo ad una conferenza a New York e poi a Milano, all'Istituto Bruno Leoni, il presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus, presidente di turno dell'Unione Europea, ha spiegato perché non crede alla natura antropica del riscaldamento globale. Ha respinto l'ideologia catastrofista come illiberale, perché mette in serio pericolo la libertà delle persone, costringendo i governi a sottoscrivere protocolli soprannazionali chiaramente ispirati a principi limitativi della crescita e dei consumi delle popolazioni. Il 9 marzo 2009 il presidente della Repubblica Ceca ha presenziato al secondo congresso dell'International Conference on Climate Change (NICCC) a New York, sul tema Global warming: Was it ever really a crisis?. Al congresso, a cui hanno partecipato circa 800 esperti di climatologia, economisti, politici e giornalisti, il discorso di Klaus ha avuto un successo straordinario, con tanto di standing ovation finale.

    Il presidente della Repubblica Ceca ha spiegato che l'ideologia ambientalista è molto simile a quella comunista perché mira a dominare il mondo stravolgendo la libertà economica. Secondo Klaus, un fenomeno che ha visto la temperatura media salire di 0,6 gradi centigradi in cento anni non è preoccupante, ed in ogni caso gli ambientalisti non sono seriamente interessati a conoscere e scoprire le ragioni delle variazioni naturali del clima. A loro - sostiene Klaus - interessa soprattutto favorire i progetti speculativi di coloro che vendono titoli sull'aria calda meglio conosciuti come “carbon credits”. In riferimento alle soluzioni tecnologiche per ridurre le emissioni, Klaus ha detto che gli ambientalisti auspicano da una parte lo smantellamento degli impianti nucleari ma per sostituirne la produzione elettrica propongono tecnologie inefficienti e costose o che non sono ancora state inventate.

    Per illustrare in maniera più corposa il suo pensiero, Klaus è intervenuto a Milano (17 marzo) alla seconda edizione del Discorso Bruno Leoni, dove ha ribadito: Cos'è in pericolo, il clima o la liberta? Io rispondo che è la libertà ad essere minacciata. Il clima sta bene. L'appuntamento è stato anche l'occasione per presentare la traduzione italiana del suo saggio Pianeta blu, non verde, in cui il Klaus confuta le tesi sul riscaldamento globale. Nel libro pubblicato dall'Istituto Bruno Leoni, il presidente delle Repubblica Ceca precisa: La mia polemica con l'ideologia del riscaldamento globale non è in contrasto con una posizione razionale verso la difesa dell'ambiente, perchè quella è - e deve essere - l'elemento primario di qualsiasi cosciente comportamento umano. Nel libro pubblicato anche in edizione tedesca (dicembre 2007), olandese (luglio 2008), polacca (ottobre 2008), spagnola (ottobre 2008), e bulgara (novembre 2008), Klaus sostiene che il panico sulle variazioni del clima non viene diffuso dagli scienziati e che alla sua base non c'è la scienza. Al contrario - afferma Klaus - è fatta di abuso della scienza da parte di una ideologia, illiberale e orientata all'autoritarismo, che forse meglio di tutto descrive il termine "ambientalismo".

    Il punto di vista del presidente della Repubblica Ceca è largamente condiviso da Nigel Lawson, ex cancelliere dello Scacchiere del governo Thatcher e attuale membro della Camera dei Lord, il quale ha appena pubblicato in Italia il saggio Nessuna emergenza clima, (Brioschi Editore). Secondo Lawson non avverrà nessuna delle catastrofi annunciate dai sostenitori del riscaldamento climatico. Come sempre nella storia del pianeta ci sono ghiacciai che si sciolgono e ghiacciai che si riformano, più o meno anidride carbonica nell'aria, deserti che crescono ed altri che si ritirano. Per Lawson il protocollo di Kyoto e il fondamentalismo ecologista di Al Gore sono costruiti su menzogne coperte dalla propaganda. Nel saggio Lawson smonta le argomentazioni e i dati raccolti nel rapporto Stern (prodotto sotto il governo Blair e che valuta in chiave catastrofica l'impatto economico del global warming) e lo definisce scientificamente valido quanto può esserlo il Codice Da Vinci. Le opinioni di Al Gore e dei politici allarmisti - scrive Lawson nell'introduzione al libro - non sono supportate dalle teorie scientifiche, né da evidenze concrete, né da opinioni ponderate di rispettabili scienziati del clima. Il libro di Lawson ha suscitato le ire della lobby ecologista britannica e non solo. I giornali inglesi hanno cercato di isolarlo e boicottarlo affinché non diffondesse le sue idee. Nonostante sia autore di diversi libri e saggi, alcuni dei quali bestseller, Lawson ha trovato difficoltà a trovare un editore inglese e si è dovuto rivolgere ad un editore statunitense.

    Anche l'autore britannico, come il presidente della Repubblica Ceca, è convinto che l'ecofondamentalismo abbia sostituito il marxismo e che questa ideologia venga fatta passare come l'unico credo politicamente corretto, accettato acriticamente dalla classe politica e dai mezzi di comunicazione. Lawson spiega e documenta come le soluzioni proposte dal protocollo di Kyoto non sono solo inadeguate, ma addirittura controproducenti, e che prima di enfatizzare un pericolo dai contorni poco definiti sarebbe meglio affrontare in modo coordinato i numerosi e più urgenti problemi del pianeta, quali il terrorismo, la crisi finanziaria ed il sottosviluppo.

    Da ragionpolitica.it, 27 marzo 2009

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