16 giu 2009

Ingratitudine

La protesta di oggi dei terremotati abruzzesi davanti a Montecitorio, fa pentire quanti si sono prodigati per loro, e quanti hanno loro inviato offerte per la ricostruzione. Al sentire notizie di tale tenore, chi finora ha provato sentimenti di vicinanza con costoro, ora ne sente ripugnanza per l'ingratitudine di cui si fanno manifesti.
Ho una certa età e ho visto dal vivo l'alluvione di Firenze, i terremoti del Belice, dell'Irpinia e del Friuli. Mai, quei terremotati e alluvionati hanno potuto godere e beneficiare di tante attenzioni, premure, aiuti a cascata come in questa occasione. Sentire poi che "tante donne abruzzesi stanno preparando per il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, un'accoglienza indimenticabile per il G8, che tutto il mondo potrà vedere", fa proprio cader le braccia.
E' capitato a loro, come poteva capitare a chiunque altro di noi, ma che loro sembra vogliano approfittare nel volere di tutto e di più dallo stato, questo non va affatto bene. E' come se un malato cronico se la prenda con il mondo per la sua malattia, e, vedendosi poi attorniato di gentilezze e cortesie, pretenda poi da loro fin quasi l'impossibile. Ad un certo punto quel malato verrà lasciato solo e abbandonato al proprio destino.
Il proverbio: "aiutati, che il ciel t'aiuta" è proprio indicato per i malati cronici e per chi ha subito tragedie, come gli abitanti dell'Aquila. Se poi, invece, costoro anzichè essere grati e riconoscenti si fanno sobillare dai fomentatori e dai seminatori di discordie, diventerà peggio per loro, perchè alla fine si ritroveranno soli e abbandonati.

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