In questi giorni prima Berlusconi, poi diversi uomini politici hanno affermato che sarebbero in corso delle manovre dirette a far cadere il governo, ed a sostituire il presidente del Consiglio con un altro, il quale sarebbe Mario Draghi, almeno a detta di Cossiga. La concentrazione in poche tempo di episodi come il "caso Mills", il "caso Noemi", e la questione degli aerei di Stato sarebbero, a detta di alcuni, indici del progredire di tale intrigo.
Massimo D’Alema al riguardo ha detto che "l'opposizione sia pronta in caso di scosse", poiché "nella vicenda italiana potranno avvenire delle scosse", precisando come "scosse significa momenti di conflitto, difficoltà anche imprevedibili. Del resto, le scosse sono così, imprevedibili" e poi "Questo richiede che l'opposizione sia in grado di assumersi le proprie responsabilità e anche che sia nella pienezza delle sue funzioni".
Il discorso dalemiano pare alludere oscuramente e velatamente alla possibilità che Berlusconi venga disarcionato, senza per questo precisare come. Nel caso che sia realmente in corso una sorta di "congiura", secondo alcuni commentatori essa potrebbe servirsi di differenti armi, quali un intervento della magistratura, oppure un abbandono del governo da parte di suoi alleati.
A parere del sottoscritto, la prima eventualità è un'arma spuntata, poiché Berlusconi ha resistito a 15 anni di processi, senza per questo essere vinto, anzi uscendone quasi politicamente rafforzato. E' un poco come "gridare al lupo": alla lunga, non si viene creduti.
Anche la seconda appare al momento difficile. La popolarità del governo è al massimo, mentre l'opposizione è ai suoi minimi storici. AN e FI si sono unite in un solo partito, mentre la Lega è ormai da moltissimi anni alleata di Berlusconi, e sta ottenendo da questa legislatura risultati importanti per il proprio elettorato: non gli converrebbe certo "cambiare cavallo", passando da un PDL fortissimo ad un PD malato se non moribondo.
E’ possibile invece che D’Alema stia applicando uno dei principi dell’arte cinese della guerra, che all’incirca suona nel seguente modo. Se un sovrano è in guerra con un altro, che possiede un validissimo generale, un buon modo per colpirlo è quello di spargere abilmente la voce che questi è un traditore del suo re, in combatte con il monarca nemico. In questo modo si può ottenere che il sovrano elimini il proprio miglior comandante.Annunciare pubblicamente un intrigo di palazzo diretto a far cadere Berlusconi ha senso soltanto se si vuole aizzare gli uni contro gli altri i membri della maggioranza, ed ispirare in essi sfiducia reciproca. Altrimenti, sortirebbe il solo effetto di rendere ancora più cauto ed attento il presidente del consiglio, ciò che sarebbe controproducente per la “congiura”.
14 giu 2009
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Ciao Marco, tu che sai di storia fai un'analisi attendibile, ma, come la storia, non dici conclusioni fin che i fatti non siano accaduti.
RispondiEliminaC'è solo da sperare che D'Alema i e suoi non siano poi dei complottatori così eccellenti.
Che cosa stia realmente accadendo non lo posso naturalmente sapere, e mi limito a proporre un'analisi sulla base di quanto conosco.
RispondiEliminaSuppongo, e spero, che alla fine si risolverà tutto in una bolla di sapone: D'Alema (o chiunque altro nel PD) non è un Mazarino, e nemmeno un Andreotti.
Stammi bene, cara Ambra