Nel post precedente, pubblicato QUI, parlando dei siti sottoposti a tutela dell' Unesco, quale Patrimonio dell'Umanità - siti che l'Italia possiede in ragguardevole numero - si è sfiorato il tema poco scandagliato della globalizzazione della cultura, la quale potrà avere anche effetti perversi in futuro. Perversi e disastrosi come quelli che possono essere provocati sull'economia di un popolo.
E' quello che sta accadendo all'Italia che per gli effetti di una globalizzazione imposta, ma a senso unico, potrebbe rischiare il tracollo, la debaclé. Una globalizzazione forzata per l'Italia, nel senso di un accanimento su regole, imposizioni, cavilli che qui vengono fatte rispettare a suon di multe salate, mentre altrove vengono imposte in maniera più soft, più blanda, o addirittura non vengono adottate, o neanche recepite.
Da questo punto di vista è interessante il caso di quella imprenditrice milanese, tale Costato, titolare di una piccola azienda produttrice di viterie speciali, la quale ha deciso di spostare la sua azienda in Svizzera, per salvarsi da chiusura certa. Azienda cinquantennale, negli ultimi due anni ha visto precipitare commesse, e quindi fatturato, tanto da paventare la morte dell'azienda da qui a breve. Ha deciso quindi di delocalizzare in Svizzera, e quindi comunque vicino a Milano, e non nei paesi a basso costo di manodopera, o dalla bassa conflittualità aziendale, ma nella ricca Svizzera Ticinese, che però dà maggiori garanzie sul futuro della continuità aziendale, che non l'Italia.
Durante la trasmissione UnoMattina di oggi, è stato poi intervistato un operaio cassintegrato di una multinazionale di Ascoli Piceno. L'azienda, nella quale era entrato con contratto a termine nel 1994 e che lo aveva poi assunto con contratto a tempo indeterminato, versa ora in uno stato di grave crisi, che personalmente credo sia dovuta agli effetti nefasti della globalizzazione che più sopra ho definito a "senso unico". L'azienda, della quale non è stato rivelato il nome (è stato detto che però è l'equivalente della Fiat a Torino), aveva un organico di 1300 dipendenti, più un numeroso indotto; l'organico attuale è di 380 dipendenti, dei quali la metà in cassa integrazione, e la ditta è a rischio chiusura qui n Italia.
A tal proposito è molto istruttivo il post del 22 ottobre di Zener, che prende spunto da quella frase pronunciata dalla Corte di Cassazione nella quale si afferma che:
E' quello che sta accadendo all'Italia che per gli effetti di una globalizzazione imposta, ma a senso unico, potrebbe rischiare il tracollo, la debaclé. Una globalizzazione forzata per l'Italia, nel senso di un accanimento su regole, imposizioni, cavilli che qui vengono fatte rispettare a suon di multe salate, mentre altrove vengono imposte in maniera più soft, più blanda, o addirittura non vengono adottate, o neanche recepite.
Da questo punto di vista è interessante il caso di quella imprenditrice milanese, tale Costato, titolare di una piccola azienda produttrice di viterie speciali, la quale ha deciso di spostare la sua azienda in Svizzera, per salvarsi da chiusura certa. Azienda cinquantennale, negli ultimi due anni ha visto precipitare commesse, e quindi fatturato, tanto da paventare la morte dell'azienda da qui a breve. Ha deciso quindi di delocalizzare in Svizzera, e quindi comunque vicino a Milano, e non nei paesi a basso costo di manodopera, o dalla bassa conflittualità aziendale, ma nella ricca Svizzera Ticinese, che però dà maggiori garanzie sul futuro della continuità aziendale, che non l'Italia.
Durante la trasmissione UnoMattina di oggi, è stato poi intervistato un operaio cassintegrato di una multinazionale di Ascoli Piceno. L'azienda, nella quale era entrato con contratto a termine nel 1994 e che lo aveva poi assunto con contratto a tempo indeterminato, versa ora in uno stato di grave crisi, che personalmente credo sia dovuta agli effetti nefasti della globalizzazione che più sopra ho definito a "senso unico". L'azienda, della quale non è stato rivelato il nome (è stato detto che però è l'equivalente della Fiat a Torino), aveva un organico di 1300 dipendenti, più un numeroso indotto; l'organico attuale è di 380 dipendenti, dei quali la metà in cassa integrazione, e la ditta è a rischio chiusura qui n Italia.
A tal proposito è molto istruttivo il post del 22 ottobre di Zener, che prende spunto da quella frase pronunciata dalla Corte di Cassazione nella quale si afferma che:
....."è manifestamente illogico ritenere che sia sufficiente l'apertura della partita IVA, perchè siano assicurati clienti, ricavi e redditi..."
Marshall
RispondiEliminavedo che hai ben riflettuto eheh
ciao
Ma c'è qualcuno a cui non è piaciuto il post allegato, e ne ha approfittato per offendere (ho bannato).
RispondiEliminaCiao