Cinquanta anni fa veniva assassinato John Fitzgerald Kennedy, il primo presidente cattolico degli Stati Uniti d'America. Aveva molti punti di somiglianza col nostro Silvio Berlusconi, tra cui il fatto che ad entrambi piacessero molto le donne. Eppure, proprio per questo motivo, mentre a Kennedy la sinistra mondiale, e non solo quella italiana, ha da sempre tollerato questa sua "abitudine" (da molti chiamata vizio), facendone finanche una delle sue icone di primo piano, a Berlusconi questo "vezzo" non è mai stato perdonato, financo a strapazzarlo in tutti le maniere possibili. Per tale motivo mi sono sempre chiesto quale attendibilità possa dare una sinistra siffatta?
Ad ogni modo, ecco uno dei memorabili discorsi di Kennedy in tema di PIL (Prodotto Interno Lordo). Parole che, nella sua breve esistenza, sarebbero state più che sufficienti per fargli assegnare di diritto un posto tra le grandi personalità del genere umano. Sono parole che aveva pronunciato al popolo americano, prima di diventare loro presidente, a riguardo dell'inadeguatezza degli indicatori economici. In parole semplici, il candidato presidente Kennedy metteva in guardia, già mezzo secolo fa, su aleatorietà e incostintenza del famigerato indicatore economico PIL, Prodotto Interno Lordo.
Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice Dow-Jones, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.
Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi.
Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.
Può dirci tutto sull'America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.
22 nov 2013
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